A. ha 25 anni appena laureata
vuole trovare lavoro, B. vuole una relazione stabile e duratura, C. vuole
essere amata dai suoi compagni di classe, D. vuole far sopravvivere la sua
azienda, E. vuole superare l’esame in modo eccellente.
Cosa accomuna tutte queste
persone?
Vogliono raggiungere degli
Obbiettivi “risultato”! Ciascuno di loro ha un obbiettivo da voler raggiungere
seppur ancora non perfettamente chiaro e definito, ma cosa gli permette di
arrivare al traguardo? E dopo che sono arrivati al traguardo sono sicuri di
aver trovato la felicità? Probabilmente appena arrivati alla fine avranno già
il prossimo obbiettivo da raggiungere e sarà stata solo una spasmodica corsa.
In altri casi la corsa si blocca
all’inizio del percorso con uno stallo dovuto all’ansia di raggiungere un
risultato che sembra lontano e inafferrabile, conflittuale con le esigenze del
momento. Spessissimo si resta immobilizzati guardando l’obbiettivo, “lo desidero tanto ma… non ce la farò mai”!
L’immobilità dovuta all’ansia
spesso è generata dalla paura di non raggiungere il risultato, si ha la
percezione che il tempo necessario sia infinito, di non avere le forze per
affrontare ostacoli e conflitti interni.
Come uscire allora da questa
immobilità frustrante e disarmante?
Si possono trasformare gli
obbiettivi “risultato” (senza perderne il contenuto) in obbiettivi “performance”,
questi ultimi sono caratterizzati da strategia e azioni.
Il risultato non va abbandonato,
ma va visualizzato, in esso si trovano i sogni e i desideri più profondi che
animeranno e motiveranno le azioni e l’energia necessaria per realizzarli.
Anche gli obbiettivi performance
devono essere ben chiari, specifici, definiti nel tempo, misurabili,
condivisibili. La definizione dell’obbiettivo non deve generare ansia, al
contrario deve essere caratterizzato da tutto ciò che è sotto il controllo
della persona.
Il raggiungimento degli
obbiettivi risultato dipende al 50 % dal contesto, dagli altri, che chiaramente
non possiamo e non dobbiamo governare, manipolare e/o controllare. Quello su
cui occorre focalizzarsi, dunque, è il 50% che deriva dal contributo personale,
ciò che si tradurrà in obbiettivi performance.
Il fatturato dell’azienda dipende
50% dal proprietario e 50% dai clienti, l’occupazione dipende al 50% dal
giovane e al 50% dal contesto, l’esame dipende al 50% dalla preparazione dello
studente e al 50% dal professore, formare una famiglia dipenderà al 50% dal
singolo e al 50% dal partner.
Spesso avviene che concentrando
l’attenzione sul 50% determinato dal contesto, perdiamo completamente
l’attenzione sulla “nostra parte”, deleghiamo agli altri anche il nostro 50%.
Dopo aver chiarito bene qual è il
reale obbiettivo da voler raggiungere, occorre quindi tradurlo il azioni
semplici e realizzabili. Per il giovane inoccupato la performance sarà per
esempio definire un’ottima presentazione del proprio profilo e attuare una ricerca attiva del lavoro. Nel caso dell’azienda un obbiettivo performance può
essere apportare un miglioramento specifico al prodotto realizzato. In una
relazione d’amore può essere individuare “come amare il proprio partner” senza
aspettare di essere amati dall’altro. Nel caso dell’esame può essere
concentrarsi totalmente sui contenuti con un programma di studio ben definito
piuttosto che pensare continuamente al professore.
Gli esempi sono infiniti
poiché nel coaching è il protagonista del percorso a definire in modo creativo
i propri obiettivi performance, il coach lo accompagna e lo supporta nella
definizione, nel mantenimento e raggiungimento di essi. Inoltre, dopo aver
realizzato le performance è fondamentale autovalutarsi, perché è proprio dagli
errori che si può imparare, dal passato apprendiamo elementi di miglioramento
che fanno sì che la nostra storia si arricchisca ogni giorno di un nuovo
tassello prezioso.
Nessun commento:
Posta un commento