Parliamo di Coaching...

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lunedì 27 maggio 2013

Che stress...che ansia!



Ansia e Stress vocaboli inflazionati nella nostra società e associati spesso a patologia, ma è tutto realmente patologico?
C'è chi decide di combatterle e chi si è rassegnato alla convivenza, ma tutti le conosciamo bene. Seley dice: "senza stress c'è la morte", di fatto lo stress è un adattamento fisiologico all'ambiente, una risposta che permette di far fronte alle sollecitazioni esterne. Se abbiamo un carico lavorativo notevole il nostro organismo si attiva per arrivare all'obiettivo, diversamente ci adageremmo senza risultato. Allo stesso tempo, se pensiamo di non riuscire a portare a termine il lavoro, l'esperienza sarà eccessivamente stressante.
Lo stress è una condizione di affaticamento, quando la situazione ci appesantisce in un tempo prolungato e non percepiamo le risorse per resistere, si genera uno stato di malessere psico-fisico. Questo stress negativo, chiamato anche distress, viene scaricato attraverso una serie di sintomi che si manifestano per ciascuna persona in modo differente. L'ansia è un emozione complessa che permette di prevenire una situazione non desiderata.
A volte ascolto sedicenni che raccontano del proprio vissuto ansioso, mi spiegano quella fastidiosa sensazione di compressione allo stomaco, di soffocamento, di tachicardia, quei pensieri che girano in modo ossessivo, come un criceto che gira su una ruota nel cervello. 
Tra ansia e stress c'è una stretta correlazione, situazioni stressogene prolungate determinano ansia e uno stato d'ansia diminuisce la resistenza naturale allo stress. Le situazioni che ci stressano e favoriscono l'insorgenza di uno stato ansioso raccontano di noi, dei nostri pensieri, delle nostre convinzioni, delle nostre potenzialità....dei nostri desideri. Come possiamo prevenire o ascoltare la sensazione di malessere? Le prime modalità di gestione che umanamente utilizziamo, in modo quasi inconsapevole, di risposta allo stress sono il sonno e il cibo. Tendiamo a soffrire di insonnia o ad aumentare le ore di sonno (ipersonnia), non riusciamo a mangiare nulla o ci tuffiamo in grandi abbuffate. Ma ci sono tantissime sane abitudini che aiutano a promuovere il benessere: lo sport, fare delle cose che ci appassionano, le tecniche di rilassamento, ecc. Possiamo gestire le emozioni o il problema alla base dello stress, o ancora la nostra percezione soggettiva. Le tecniche di rilassamento o lo sport favoriscono benessere in quanto producono emozioni positive, invece, quando si lavora sul "problema" il percorso è un pò più faticoso, ma molto più produttivo e gratificante. Si può guardare alla situazione stressogena come una situazione da risolvere, se è una condizione modificabile si può ricercare la situazione desiderata, una nuova abitudine o un obiettivo da raggiungere. 
Inoltre, la novità attraverso il coaching è quella di "ascoltare" quello che viviamo e riprogettare in modo creativo la vita.

giovedì 9 maggio 2013

Le 3 P. di D.


La prima volta che ho visto D. sono stata catturata da una buona dose di originalità.
D. ha una pelle che ti racconta qualcosa di sconosciuto, ma quella storia non l’ho voluta domandare.
Un giorno per caso mentre condividevamo una lunga attesa, scopro stralci di esperienze, non quelle profonde o adolescenziali, ma quelle di un uomo che si è più volte ricostruito nel lavoro.
In quei racconti inizio a scorgere le sue più grandi potenzialità, delle luci che mi incuriosiscono.
 D. ha la potenzialità dell’Humor, parla sempre nella verità in modo buffo, è ironico, ovunque è andato e in tutti i lavori che ha fatto, la sua naturale capacità di ironizzare è stata uno dei suoi cavalli di battaglia.
Quando ha fatto un colloquio di lavoro in una casa di cura per il ruolo di centralinista dice di essere stato selezionato perché “ha fatto simpatia!”, poi inizia a lavorarci e la sua Vitalità non lo fa rimanere fermo, vede gli anziani in solitudine, che conducevano una quotidianità monotona e triste e allora pensa di iniziare a leggergli il giornale tra una telefonata e l’altra e di organizzare qualche festa. Poco tempo dopo gli abitanti della casa sono notevolmente aumentati e il direttore decide di nominarlo animatore della casa di cura.
Per vari motivi si trova a cambiare città e un po’ per caso diventa disegnatore di immagini per t-shirt, la sua Creatività si mette in atto e conquista un nuovo traguardo.
 Più avanti ha cambiato nuovamente città e lavoro e le sfide non finiscono, si trova a dover fare una nuova professione di cui non si riconosce le competenze, ma si mette in gioco, dopo 20 anni posso dire che emerge una grande professionalità e passione.


















Tutti noi abbiamo delle potenzialità, sono delle risorse che possediamo e che ci permettono di superare fasi di cambiamento, di esprimerci al meglio, la consapevolezza di possederle fa sì che possano diventare dei poteri, che si possano adoperare in tutti i campi o in tutti i momenti di vita.
Ironia, vitalità e creatività sono solo le principali potenzialità che D. fa respirare mentre gli stai accanto, esse vengono permeate da una dose d’umanità, il suo tono di voce è caldo e il suo sorriso fa sorridere!

sabato 4 maggio 2013

Potenzialità...verso il Vero Sè


Una ricerca americana realizzata su una popolazione di diverse culture, paesi e religioni ha individuato le hight six (le sei virtù) trasversali a tutta l'umanità: l'amore, il coraggio, la giustizia, la saggezza, la temperanza e la trascendenza. Ciascuna virtù dà origine a delle potenzialità, le 24 potenzialità o forze del carattere secondo la psicologia positiva.
Le potenzialità sono tratti positivi della personalità, caratteristiche importanti, sono utili strumenti per affrontare le problematiche e i cambiamenti, sono punti di forza che generano emozioni positive a chi le vive e a chi le condivide, guardano al bene personale e al bene comune; se scoperte e allenate sono strumenti per la realizzazione della persona.
Allenare le potenzialità umane vuol dire viverle, scoprirle e metterle in pratica, sperimentarle e condividere la ricchezza che portano.
Quale potrebbe essere il rapporto tra il mondo delle potenzialità e l'espressione del Vero sè?
L’espressione del Vero Sè permette di stare bene con se stessi e con gli altri, di esprimersi creativamente. Al contrario l'espressione di un Falso Sè", così come Winnicott lo definisce, fa avvertire nella persona un "pesante senso di inutilità soggettiva, di non esistenza". Tuttavia il Falso sè, può emergere in situazioni, momenti, relazioni in cui si pensa sia meglio sentirsi accettati che esprimere se stessi. Ogni essere umano ha delle potenzialità, riuscire a riconoscerle e a viverle può essere uno strumento per far emergere il Vero Sè.

“Il Vero Sè nasce e si indirizza al bene anche se poi si incontrerà il male; potrà allora preservarsi e crescere oppure ritirarsi, deformarsi, disfarsi nel Falso Sè. Ma solo il Vero Sè, che cresce nel perseguimento del bene, permette la valutazione accurata di sè stesso, il suo indirizzo e governo, l'amore proprio e il rispetto. Dal Vero Sè nasce il fondamento di una sana, utile e positiva autostima "adulta", che potrà essere indirizzata verso il bene per sè, per gli altri, per noi" (L. Stanchieri, 2011).