Parliamo di Coaching...

Parliamo di Coaching...

giovedì 20 novembre 2014

"La fatica di essere se stessi"...o l'opportunità di esserlo?

La spinta all’autorealizzazione necessita di una forte creatività e di tutte le forze che la persona possiede, poiché è qualcosa che mette in crisi la semplice attività di problem solving lineare.
 L’autorealizzazione implica la messa in campo di se stessi e di un progetto personale di vita.
Ehrenberg nel suo libro “La fatica di essere se stessi” (un po’ provocatorio e anticonformista) vede nel XX secolo un contesto sociale in cui l'individuo è oppresso dalla necessità di mostrarsi sempre all'altezza, le norme della convivenza civile non sono più fondate sui concetti di colpevolezza e disciplina, ma sulla responsabilità e sullo spirito d'iniziativa. Suggerisce che questo provoca una correlazione tra la depressione e il funzionamento della nostra società contemporanea. Sottolinea come l’individuo debba spendere tante energie per diventare se stesso. La realizzazione di una persona passa quindi per una strada fluida e tortuosa dove non è semplice e immediato trovare un motivo o un lavoro o una relazione per cui spendersi, e trovare in queste situazioni i luoghi dove mettere in condivisione e in moto le parti più personali e preziose.  Quando non si sceglie qualcosa, ci si può sempre lamentare dei condizionamenti altrui (genitori, stato, aziende) si può dare la colpa a qualcun altro. Ma quando si sceglie, ci si assume sulle spalle il rischio del fallimento e la vergogna che ne può conseguire (L. Stanchieri).  
La complessità del processo di autorealizzazione si respira nei percorsi di coaching in cui si affrontano scelte delicate, cambiamenti importanti, si ricerca una quotidianità più consapevole. Questo percorso può attraversare la scelta della professione, lo sviluppo delle relazioni affettive, la disaffezione di un adolescente per la scuola, la preoccupazione di un genitore verso il figlio che si isola, la performance di un professionista, l’autostima di una giovane donna, la paura di non riuscire, la ricerca di una persona con cui costruire una famiglia ecc.. Ogni situazione può essere un’occasione per tirar fuori se stessi, non per entrare in competizione o per un successo edonistico, ma per essere felici e far “fruttificare i talenti “(Mt25,14-30). Tirar fuori se stessi in queste situazioni, scegliere con coscienza, portare avanti una situazione con perseveranza, possono diventare tutte occasioni per fare della spinta di autorealizzazione un’occasione di realizzazione.

domenica 9 novembre 2014

La relazionalità: ascolto, tempo e sincerità

Vorrei dedicare questo scritto a tutte le donne che ho incontrato in questi ultimi mesi, amiche, clienti, conoscenti, tutte accomunate da una ricerca: l’amore.
L’amore di coppia, quell’incredibile esperienza che fa battere il cuore o fa disperare di dolore, che a volte fa rabbia, altre fa paura, altre ancora ci fa scoppiare di gioia o ci dà pienezza. Quella relazione delicata che tanto ricerchiamo, un desiderio naturale che fa parte della vita e della natura umana.
È interessante come, ciascuna di queste donne che ho incontrato, abbia vissuto e vive la propria ricerca. Una giovane diciottenne, che ha capito già cos’è l’amore e si accorge che l’atteggiamento del suo ragazzo nei suoi confronti non è adeguato, non è gentile, è pretenzioso a volte non rispettoso. Lei stessa mi dice ed è cosciente che l’amore che desidera deve avere altre caratteristiche: rispetto, verità, libertà.
La brillante ventisettenne, una macchina da guerra nel lavoro, che davanti a un possibile appuntamento entra nel panico e non sa come governare la situazione, dimenticando la sua capacità empatica ed accogliente, la sua solarità e simpatia.
La  trentenne e la quarantenne, entrambe già convinte che non c’è speranza e che il principe non arriverà mai, non si sa per quale strano motivo sono certe che non potranno mai essere felici in amore, tutto è segnato! E dentro di loro cova un infinito desiderio di amare schiacciato da paure e delusioni.
Potrei continuare a fare l’elenco, mi fermo qui e le ricordo tutte con stima e con la certezza che l’amore vive e vivrà nelle loro relazioni. Non scrivo spesso di queste cose perché ho paura di scadere nel banale, nello scontato, ma tutte queste storie non hanno nulla di banale e scontato.
Sono storie di donne con le vite più diverse, accomunate da questa ricerca!
Per ogni persona la relazionalità ha un valore e un percorso diverso, è fatta di esperienze uniche. Non penso che ci siano ricette o soluzioni che vadano bene per tutti, ma che ciascuno di noi può fare la propria parte, scarcerando il sentimento dell'amore.
Possiamo iniziare "amando", attraverso piccoli-grandi passi: ascolto, tempo insieme e sincerità. Proviamo ad ascoltare chi ci sta di fronte liberandoci da pregiudizi e paure (cosa penserà di me?), trascorriamo del tempo in cui conoscerci nelle cose semplici e parlando (conoscendo l'altro e non idealizzandolo) con sincerità (sicuramente la comunicazione falsa o strategica non costruisce il rapporto, ma lo distrugge).

Possono sembrare passi facili o complicatissimi dipende dalla condizione che viviamo, ma di sicuro in modo personale possiamo aprirci a una nuova conoscenza...!