La spinta all’autorealizzazione necessita di una forte creatività e di tutte
le forze che la persona possiede, poiché è qualcosa che mette in crisi la
semplice attività di problem solving lineare.
L’autorealizzazione implica la messa in campo
di se stessi e di un progetto personale di vita.
Ehrenberg nel suo libro “La
fatica di essere se stessi” (un po’ provocatorio e anticonformista) vede nel XX
secolo un contesto sociale in cui l'individuo è oppresso dalla necessità di
mostrarsi sempre all'altezza, le norme della convivenza civile non sono più
fondate sui concetti di colpevolezza e disciplina, ma sulla responsabilità e
sullo spirito d'iniziativa. Suggerisce che questo provoca una correlazione tra
la depressione e il funzionamento della nostra società contemporanea. Sottolinea
come l’individuo debba spendere tante energie per diventare se stesso. La
realizzazione di una persona passa quindi per una strada fluida e tortuosa dove
non è semplice e immediato trovare un motivo o un lavoro o una relazione per
cui spendersi, e trovare in queste situazioni i luoghi dove mettere in condivisione
e in moto le parti più personali e preziose. Quando non si sceglie qualcosa, ci si può
sempre lamentare dei condizionamenti altrui (genitori, stato, aziende) si può
dare la colpa a qualcun altro. Ma quando si sceglie, ci si assume sulle spalle
il rischio del fallimento e la vergogna che ne può conseguire (L. Stanchieri).
La complessità del processo di
autorealizzazione si respira nei percorsi di coaching in cui si affrontano
scelte delicate, cambiamenti importanti, si ricerca una quotidianità più
consapevole. Questo percorso può attraversare la scelta della professione, lo
sviluppo delle relazioni affettive, la disaffezione di un adolescente per la
scuola, la preoccupazione di un genitore verso il figlio che si isola, la performance
di un professionista, l’autostima di una giovane donna, la paura di non
riuscire, la ricerca di una persona con cui costruire una famiglia ecc.. Ogni
situazione può essere un’occasione per tirar fuori se stessi, non per entrare
in competizione o per un successo edonistico, ma per essere felici e far
“fruttificare i talenti “(Mt25,14-30). Tirar fuori se stessi in queste
situazioni, scegliere con coscienza, portare avanti una situazione con
perseveranza, possono diventare tutte occasioni per fare della spinta di
autorealizzazione un’occasione di realizzazione.
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