Parliamo di Coaching...

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giovedì 13 febbraio 2014

Sessione di Coaching

Lei è una persona molto accogliente, è elegante e dà colore a ciò che dice, si coglie fin da subito una buona intelligenza sociale, è empatica e comunicativa.
La nostra alleanza di lavoro è immediata. Ha un modo di parlare che ti rapisce. Quando inizia a raccontare del motivo per cui ha deciso di fare coaching le parole scorrono come un fiume, la sua settimana è impegnativa: tra famiglia e lavoro.

Quest’ultimo è l'argomento dolente, il focus delle nostre sessioni è il lavoro, l'ambito in cui Lei percepisce di aver perso il governo.
La sua condizione lavorativa da sempre complessa sta cambiando (racconta la difficoltà di collaborare in passato con un collega che la svalutava seppur raggiungendo dei risultati). Adesso, le stanno chiedendo di svolgere nuovi compiti e collaborare con nuove persone, questa condizione le ha scatenato una forte ansia.
L'ansia per certi versi è funzionale all'attivazione, è necessaria per orientarsi ad una situazione problematica, ma allo stesso tempo eccessiva e immobilizzante.
Da ciò che dice e da come lo dice emerge la potenzialità dell'amore per la bellezza e l'eccellenza che la porta a guardare sempre 'al meglio' e al 'bello' . Tuttavia questa tendenza a volte si è trasformata in ricerca della perfezione. Abbiamo dunque riflettuto sul perfezionismo che porta all'insoddisfazione perenne, perché non si accetta l'errore nel processo di crescita, perché deve essere subito 'perfetto'. Questo è paradossalmente in contro senso con l'eccellenza perché per raggiungerla bisogna allenarsi per tante ore in una determinata attività. L'esercizio costante può portarci verso il perfettibile e l'eccellente.
Lei è anche una curiosa, va alla ricerca della conoscenza e mi racconta che in questo periodo sente di non farlo abbastanza. È integra, vuole essere sempre coerente, ed è fortemente orientata a una felicità relazionale, le piace condividere, costruire rapporti profondi.
Quest' ultimo aspetto è carente nell'ambiente lavorativo, dopo anni di collaborazione, sente di non aver costruito relazioni importanti e alleanze lavorative.
Siamo nel momento critico! Lei deve fare delle cose e non si sente competente, vorrebbe non deludere le aspettative dei suoi dirigenti e più lo desidera, più l'ansia e i pensieri catastrofici si scatenano.
Il piano della settimana è di orientarsi sul “compito lavorativo”, micro azioni concrete (abbiamo fatto un piano d'azione) con dei tempi. Lo spostamento dell'attenzione dalla sua autovalutazione (“lo saprò fare?”), al prodotto da realizzare è fondamentale per lavorare sulle sue competenze. L'allenamento è pianificato tenendo conto della sua salute fisica e della sua famiglia. Abbiamo pensato a dei momenti in cui potersi rilassare e rigenerarsi, il recupero fa parte dell'allenamento. Nel suo lavoro è fondamentale saper ascoltare e negoziare, costruire un prodotto 'bello e attraente'. Abbiamo tre grandi poteri a servizio della sua competenza, fortemente affini al settore in cui lavora: l'amore per la bellezza e l'eccellenza, l'intelligenza sociale e la curiosità.
La prossima settimana vedremo com'è andato l'allenamento. Com'è andata la costruzione del prodotto? Come si è sentita? Quanto sono cresciute le competenze e le consapevolezze? Sta viaggiando verso la costruzione di un lavoro migliore che la rende felice o desidera cambiarlo?
Alla prossima sessione!

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