Oggi l'orientamento è sempre più diffuso, ne sentiamo parlare, l'abbiamo utilizzato a scuola, nei centri di formazione, presso i COL o i Centri per l'impiego. Orientarsi nel mondo del lavoro, nella scelta del lavoro 'giusto' o della formazione 'giusta' è sempre più un'esigenza. Dall'esperienza sul campo come orientatore formativo e professionale è nata una naturale integrazione tra orientamento e coaching, sviluppata nei percorsi individuali e di gruppo per la costruzione di un progetto professionale.
Di seguito una riflessione metodologica.
L’attività di Orientamento sviluppata attraverso la metodologia del Coaching umanistico vuole ricercare e riattivare motivazioni intrinseche, individuare o ridefinire obiettivi professionali, scoprire ed allenare potenzialità, ricercare il talento insito in ciascuno.
L’Orientamento professionale si configura come uno spazio importante al fine di acquisire chiavi concettuali di comprensione di ciò che sta rapidamente cambiando, dove poter esplorare ed effettuare un bilancio di competenze, ripianificare il proprio percorso professionale. Oggi è fortemente cambiato il significato attribuito al lavoro da uomini e donne, vi è un nuovo sistema di accumulo dei saperi e delle esperienze che le persone portano nei luoghi di lavoro. La globalizzazione, la rivoluzione telematica e le trasformazioni produttive hanno influenzato le organizzazioni e il sistema di analisi delle competenze richieste per gestirlo. In risposta a queste e altre nuove esigenze culturali e professionali l’attività d’orientamento e la metodologia del coaching umanistico sembrano essere funzionali e funzionanti. Percorrere questa strada vuol dire mettere in luce abilità, capacità, competenze tecniche, competenze trasversali che la persona porta con sé.
A mio avviso tre elementi nodali caratterizzano questo approccio metodologico (orientamento e coaching):
1. la centralità della persona e l’attenta analisi delle caratteristiche individuali;
2. la ricerca della motivazione e della progettualità personale e professionale, intesa come insieme di maggiore chiarezza delle proprie risorse e dei propri limiti, ma anche di valori e energie individuali da investire in cambiamenti sempre più complessi;
3. lo sviluppo del talento attraverso un piano di flow e l’allenamento delle potenzialità.
Un intervento risulta efficace nella misura in cui riesce a mettere la “persona al centro”, a leggere bisogni e desideri, caratteristiche, mondi di appartenenza, influenze culturali e sociali. Tutti questi fattori segnano la costruzione dell’ identità della persona e della motivazione al lavoro.
Contemporaneamente lavorare sulla consapevolezza di sé e sulla progettualità presente e futura fa nascere il bisogno di creare nuove possibili connessioni, rapporti, relazioni; nuovi modi di pensarsi dentro il contesto di riferimento.
Il piano d’azione che si costruisce nel percorso non è finalizzato a scopi esclusivamente individualistici, è fondamentale che sia orientato a obiettivi, cambiamenti, risultati desiderati, ma in un ottica che guarda alla collettività e al bene comune. L’integrazione tra orientamento e coaching sviluppa e intreccia continuamente il livello cognitivo e quello metacognitivo, il piano di realtà e la concretezza con lo spazio del desiderio e del cambiamento.
Rinnovare e innovare, in un momento storico ed economico di crisi, vuol dire accogliere le sfide e puntare alle risorse umane … alle potenzialità … alla creatività … alla “persona”.
Rinnovare e innovare, in un momento storico ed economico di crisi, vuol dire accogliere le sfide e puntare alle risorse umane … alle potenzialità … alla creatività … alla “persona”.
Angela Mammana
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