La Speranza è una forza che ispira progetti e idee, che fa prefigurare il futuro, che ti attiva anche nei giorni più bui.
Gli ostacoli e i limiti contestuali non possono fermarci, ci allenano alla vita!
ESERCIZIO:
Documenta 3 "successi" che hai avuto nella tua storia (situazioni in cui hai avuto piccole o grandi conquiste) e individua cosa hai attivato per conseguirli...cosa hai messo in moto?
Adesso, senza se e senza ma, individua un progetto che desideri portare a termine.
Da cosa inizierai?
Parliamo di Coaching...
Parliamo di Coaching...
venerdì 6 febbraio 2015
martedì 27 gennaio 2015
Il primo articolo di Martina Moretti
Martina Moretti, 18 anni, vive a Monticelli di Esperia e frequenta l'ultimo anno del Liceo Scientifico. Domenica è stata protagonista di un workshop sulla scoperta delle potenzialità e della vocazione professionale, alla fine della formazione mi confida il suo sogno: diventare giornalista.
C'eravamo dette durante il workshop che dovevamo sperimentare e sperimentarci per comprendere veramente la Vocazione, allora, le lancio la sfida di scrivere un articolo sulla mattinata trascorsa insieme...
Bene! L'esperimento mi sembra riuscito con grande successo, di seguito il primo articolo di Martina pubblicato il 27/01/2015 (una data speciale!).
“Scoprire sé stessi...anche attraverso gli altri”
Scegliere che percorso di studi intraprendere oppure
approcciarsi all'ambito lavorativo non è affatto facile: sono davvero in pochi
ad avere le idee chiare riguardo il proprio futuro. Moltissimi giovani infatti,
non hanno consapevolezza di sé stessi e dunque provano sfiducia nelle proprie
capacità e disorientamento di fronte ad una scelta importante come quella
dell'università e della professione.
Domenica 25 gennaio, presso il Focolare di Velletri, si è
tenuto un incontro appunto per affrontare questo tema, con la psicologa e coach Angela
Mammana.
I partecipanti al dibattito hanno fatto una breve presentazione di sé,
per poi rispondere a test e domande da cui sono emerse potenzialità,
intelligenze, attitudini che, discutendo insieme, hanno permesso ad ognuno di
chiarire le proprie idee o i propri dubbi, o quantomeno hanno fornito spunti di
riflessione.
Come prima questione, la dottoressa Mammana ha tenuto a
precisare che ogni individuo ha una sua originalità ed unicità, e scoprire
quali siano le proprie inclinazioni è il punto di partenza per affrontare
questo tipo di scelte. In secondo luogo, è stato evidenziato come le
intelligenze dei singoli siano condizionate dall'educazione e dal loro
esercizio che rende possibile, con il tempo, lo sviluppo di abilità. Le
potenzialità invece, sono aspetti del carattere che allo stesso modo possono
influire sull'interesse per un determinato settore. Tutti questi elementi
devono però essere associati anche al tipo di felicità che ogni essere umano
prova con maggior frequenza e che può scaturire dalle relazioni con gli altri,
con sé stessi e con l'attività, poiché un uomo felice è anche un uomo
realizzato, e quindi, utile al prossimo.
Affrontare questi argomenti è già di per sé interessante, ma
farlo in un contesto sociale è ancora più stimolante e costruttivo: sono in
molti infatti, a sostenere che il dialogo sia un aspetto basilare per la
realizzazione dell'individuo. Dunque, confrontare molteplici esperienze
permette ad ogni coscienza di ampliare le proprie vedute in modo da confermare
le intenzioni di partenza oppure in modo da ricredersi: meglio ancora se ciò
possa avvenire in presenza di un esperto. Quello che ha cercato di fare la
psicologa è stato proprio far emergere inclinazioni già evidenti ma anche meno
esplicite, di un gruppo di giovani abbastanza intimoriti dal loro futuro o in
altri casi già legati ad un settore lavorativo, ma comunque dubbiosi e
desiderosi di scoprirsi maggiormente. Tramite il percorso di gruppo è stato
infatti possibile risolvere perplessità ed insicurezze personali anche
attraverso gli altri, ottenendo così la consapevolezza di non essere soli nel
timore di intraprendere vie sbagliate.
Ad un certo punto, ogni membro ha dichiarato al gruppo le proprie
conquiste della giornata e da questo momento sono venuti fuori anche dei
ringraziamenti ai compagni d'avventura con cui si sono condivise quelle ore di
crescita personale. Tra le tante scoperte acquisite, è stata citata
l'importanza di togliere il freno a mano, che nasce proprio dalla paura di
mettersi in gioco e quindi di fallire, per riuscire a raggiungere un obiettivo;
o anche il costante bisogno di esercizio per imparare a saper fare bene quello
che si decide di fare; oppure l'acquisizione di fiducia nelle proprie capacità
per affrontare gli ostacoli che inevitabilmente ogni individuo si troverà
davanti prima o poi. Inoltre, ciascuno
ha maturato una visione nuova riguardo la possibilità di tuffarsi in una
varietà di esperienze per riuscire a trovare la propria vocazione. Scegliere
che strada seguire è infatti molto importante per il proprio benessere
psicologico ma allo stesso tempo anche per la collettività, poiché lavorare
significa porsi al servizio degli altri e contribuire all'organizzazione della società
in modo efficace. Il successo di questa giornata è dovuto in gran parte alla
coniugazione tra l'aspetto relazionale, che consiste nel dialogo con gli altri
e nel confronto, e quello individuale, inteso come analisi e scoperta di sé.
L'incontro si è poi concluso con la lettura di un breve
testo di Pasquale Foresi, riguardo lo studio, l'insegnamento e il lavoro: tutti
elementi necessari per formare l'uomo. Nel passo si ritiene che sia
fondamentale studiare per sé stessi e per chiarire quello che si vive,
attraverso una volontà e un amore forti tanto da spingere l'intelligenza stessa
ad attivarsi per scoprire il più possibile riguardo la vita.
Martina Moretti
venerdì 23 gennaio 2015
Le 4 F di Felicità!
Parliamo spesso di felicità e possiamo incontrarne infinite definizioni, quando parliamo di Coaching Umanistico ci riferiamo a 4 specifiche Felicità.
Sono di natura edonistica ed eudaimonica spesso si integrano fra di loro nelle nostre esperienze, tutti le conosciamo, ma ciascuno di noi ha una preferenza, una felicità che orienta scelte e direzioni di vita.
Ecco le 4 F che muovono i nostri passi o che sono desiderose di essere vissute:
1. la felicità del piacere immediato
2. la felicità dell'opera
3. la felicità dell'essere
4. la felicità relazionale.
La prima è una forma di felicità legata ai nostri sensi, è collegata ad uno stimolo che può darci una sensazione positiva, può essere un cibo come un film, un concerto...ecc.
E' una felicità temporanea che ha il piacere come fine ultimo, una felicità che se abusata provoca noia, ma allo stesso tempo in piccole dosi genera energia per il nostro corpo e la nostra mente. E' la felicità del divertimento particolarmente enfatizzata nell'età adolescenziale, ma vive tutta la vita.
La seconda si ritrova nell'espressione delle nostre capacità e competenze in un determinato "fare", è molto specifica, è legata ad un campo di attività. E' la felicità nel costruire un oggetto che ci rappresenta o che rappresenta le nostre capacità artistiche, è la felicità che si ha nella costruzione di una metodologia, si sente anche in un hobby che ci appassiona. Quando ci impegnamo in questa determinata attività siamo persi in essa.
La felicità dell'essere invece la ritroviamo in quella piacevole sensazione di stare bene con noi stessi e con il mondo. In quegli spazi in cui riusciamo a prenderci cura di noi, del nostro corpo e della nostra mente. Le persone che ce l'hanno in modo dominante devono stare bene in equilibrio con se stesse per potersi donare agli altri, amano portare avanti le proprie idee con integrità.
Infine, ma non per importanza abbiamo la felicità relazionale, è una felicità che vive nelle relazioni affettive e non solo. Coloro che hanno questa forma di felicità dominante hanno nell'amore in tutte le sue forme la più forte gratificazione. In questa forma di felicità la vita è concepita bella e buona se vissuta a favore delle relazioni con gli altri. Nella felicità relazionale si ama creare contesti e occasioni di condivisione e solidarietà.
Qual è la tua felicità dominante?
Sono di natura edonistica ed eudaimonica spesso si integrano fra di loro nelle nostre esperienze, tutti le conosciamo, ma ciascuno di noi ha una preferenza, una felicità che orienta scelte e direzioni di vita.
Ecco le 4 F che muovono i nostri passi o che sono desiderose di essere vissute:
1. la felicità del piacere immediato
2. la felicità dell'opera
3. la felicità dell'essere
4. la felicità relazionale.
La prima è una forma di felicità legata ai nostri sensi, è collegata ad uno stimolo che può darci una sensazione positiva, può essere un cibo come un film, un concerto...ecc.
E' una felicità temporanea che ha il piacere come fine ultimo, una felicità che se abusata provoca noia, ma allo stesso tempo in piccole dosi genera energia per il nostro corpo e la nostra mente. E' la felicità del divertimento particolarmente enfatizzata nell'età adolescenziale, ma vive tutta la vita.
La seconda si ritrova nell'espressione delle nostre capacità e competenze in un determinato "fare", è molto specifica, è legata ad un campo di attività. E' la felicità nel costruire un oggetto che ci rappresenta o che rappresenta le nostre capacità artistiche, è la felicità che si ha nella costruzione di una metodologia, si sente anche in un hobby che ci appassiona. Quando ci impegnamo in questa determinata attività siamo persi in essa.
La felicità dell'essere invece la ritroviamo in quella piacevole sensazione di stare bene con noi stessi e con il mondo. In quegli spazi in cui riusciamo a prenderci cura di noi, del nostro corpo e della nostra mente. Le persone che ce l'hanno in modo dominante devono stare bene in equilibrio con se stesse per potersi donare agli altri, amano portare avanti le proprie idee con integrità.
Infine, ma non per importanza abbiamo la felicità relazionale, è una felicità che vive nelle relazioni affettive e non solo. Coloro che hanno questa forma di felicità dominante hanno nell'amore in tutte le sue forme la più forte gratificazione. In questa forma di felicità la vita è concepita bella e buona se vissuta a favore delle relazioni con gli altri. Nella felicità relazionale si ama creare contesti e occasioni di condivisione e solidarietà.
Qual è la tua felicità dominante?
mercoledì 7 gennaio 2015
In azione...
Il Coaching è una metodologia orientata all’azione. Dopo la
riflessione e l’allenamento della coscienza si passa all'azione concreta, la
quale crea esperienza, permette l’elaborazione di nuovi pensieri sulle cose, ci
mette alla prova e sviluppa competenza. Noi possiamo lavorare, allenarci ed
agire solo su ciò che è sotto il nostro autogoverno, non
possiamo cambiare gli altri o scegliere per loro, ma agire in autonomia.
Le azioni volontarie e focalizzate che possiamo compiere
possono essere rivolte verso l'interno e verso l'esterno.
Le azioni rivolte verso noi stessi, verso l'interno,
riguardano le nostre competenze, le nostre caratteristiche relazionali,
riguardano gli aspetti dell'autonomia e dell'indipendenza. Queste azioni rispondono
alla domanda: voglio migliorarmi, come posso farlo? In quali tempi? In che
modo?
Le azioni rivolte verso l'esterno invece sono quelle
orientate a modificare il contesto, in tal caso si può cambiare o si può
'rompere' con quella situazione cercandone un’altra migliore.
Queste azioni mirano a cambiare le cose dentro il contesto,
a sviluppare relazioni affettive, a migliorarle. In questo caso possiamo
chiederci come posso migliorare il contesto in cui vivo? In cui lavoro? O come
migliorare la relazione col mio partner?
Alla base di entrambe le tipologie d'azione (interne ed
esterne) vi è la convinzione di poter modificare lo stato delle cose, di poter
attuare un cambiamento, di poter incidere sulla propria vita e nella società.
La scelta di un cambiamento umanistico sta nella ricerca del
bene e della felicità individuale, relazionale e contestuale.
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